- titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria superiore;
- attestato di frequenza… a specifici corsi di formazione adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative;
- attestato di frequenza a specifici corsi di formazione a) in materia di prevenzione e protezione dei rischi, anche di natura ergonomica e da stress lavoro-correlato, b) di organizzazione e gestione delle - attività tecnico amministrative e di tecniche di comunicazione in azienda e di relazioni sindacali;
- attestato di frequenza di corsi di aggiornamento secondo gli indirizzi definiti nell’accordo Stato-Regioni.
Il datore di lavoro che debba effettuare una revoca può trovarsi di fronte a tre casi:
- dover destituire dall’incarico il RSPP interno designato da lui stesso;
- dover revocare la nomina o non rinnovare la consulenza a un RSPP esterno delle quali prestazioni professionali si avvale;
- destituire se stesso, qualora sia un cosiddetto RSPP – datore di lavoro e qualora quindi la sua azienda disponga delle caratteristiche necessarie affinché ciò possa avvenire.
Può anche succedere che l'RSPP si trovi nella condizione di doversi dimettere e rinunciare all’incarico fino a quel momento ricoperto senza essere vincolato in alcun modo da norme che riguardino la sicurezza sul lavoro, ma dovendo invece rispettare principi contrattuali e scadenze bilaterali.
La cessazione di un rapporto di collaborazione o di assunzione di ruolo tra un RSPP e un’azienda deve essere formalizzata con data certa e comunicata tramite raccomandata A/R. L’avvicendamento e il cambio di RSPP in azienda, non deve essere comunicato alle ASL territoriali o alle Direzioni provinciali del lavoro.
Ciò che è fondamentale invece, obbligatorio e inevitabile è l’aggiornamento del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) con il nominativo del nuovo RSPP e quindi l’aggiornamento del documento con l’avvicendamento avvenuto.